Il potere in Napoleone attraverso l’analisi della sua scrittura
Il tema della serata, è stato introdotto dalla dott.ssa Vannoni – Responsabile scientifico della Biblioteca e dell’Archivio Storico del Conservatorio ‘G. B. Martini’ di Bologna e perito grafologo – attraverso una interessantissima presentazione della grafologia e dei diversi approcci metodologici.
La grafologia, come ha tenuto a precisare da subito la relatrice è una scienza vera e propria e si avvale di più parametri che partono dalla pressione, dagli andamenti, dal tratto, fino all’analisi degli spazi vuoti.
Studiosa di formazione morettiana, la Vannoni ha fatto un excursus delle principali scuole e dei diversi approcci citando il caso dei falsi di Hitler e il Caso Dreyfus certamente una delle pagine più note della storia francese, che ha consentito di gettare le basi scientifiche della grafologia peritale e giudiziaria.
Crépieux-Jamin, perito di parte di Dreyfus, pose attenzione su sette caratteristiche della scrittura: pressione, forma, dimensione, continuità, direzione, velocità, impostazione, utilissimi nella comparazione delle grafie e quindi nelle attribuzioni.
La dottoressa Vannoni ha chiarito come il gesto grafico sia la sintesi dinamica dei segni grafologici presenti nella scrittura, proprio ed esclusivo di ciascun individuo.
Di Napoleone ha messo a confronto due lettere, una del Bonaparte generale l’altra scritta nell’esilio di Sant’Elena.
Emerge il profilo di un uomo consapevole del suo potere, egocentrico e ambizioso con un tratto veloce ed energico che si firma anche con il cognome nel momento dell’ascesa e poi solo “Napoleone”.
Diversissima la grafia dell’esiliato che evidenzia un uomo isolato.
Nella prima il tracciato appare nervoso e rapido, tonico, solido, deciso, privo di tremori, esitazioni o buchi di inchiostro. Nei secondi corridoi di vuoto tra le righe e le parole segnano veri e propri canali.
La grafia esprime capacità e determinazione nel risollevarsi da eventi negativi ma anche limiti.
Al termine della applaudita relazione corredata da immagini esemplificative, molte sono state le domande su altri aspetti e utilizzi della grafologia. La dottoressa ha parlato degli inediti di Pirandello che ha avuto modo di periziare di recente, di alcuni casi di falsi smascherati in sede peritale e di come le volontà testamentarie evidenzino spesso un tratto grafico più lento, marcato e solenne.