Paolo Bordon all’interclub con il R.C. Bologna Valle del Samoggia
Di grande attualità ed interesse la serata di lunedì 2 dicembre, organizzata in collaborazione con il R.C. Bologna Valle del Samoggia, con la presenza quale relatore del dott. Paolo Bordon, direttore generale dell’AUSL di Bologna.
Numerosi i temi che sono stati approfonditi dal dott. Bordon che ha posto in evidenza le peculiarità dell’azienda sanitaria pubblica bolognese, da lui diretta, operante in un territorio caratterizzato da zone di pianura e da altrettanto vaste zone di montagna, con la presenza di una popolazione di età sempre più avanzata e quindi soggetta a un maggior numero di patologie, sovente croniche e richiedenti una sistematica e più ampia fornitura di servizi.
L’azione complessiva dell’AUSL di Bologna si presenta di particolare complessità per la necessità di coordinare, nella continuità dei servizi e nel necessario continuo aggiornamento dell’offerta, l’operatività delle strutture proprie, quali le case della comunità, e l’importante presenza di strutture private accreditate nonché, soprattutto, di due IRCSS (il Sant’Orsola e il Rizzoli) che costituiscono un patrimonio prezioso di risorse, umane e scientifiche, delle quali la sanità bolognese si avvantaggia grandemente, anche a favore dei numerosi pazienti provenienti da altre zone d’Italia.
Nella sua azione l’AUSL di Bologna ha superato le difficoltà procurate dall’epidemia di Covid, smaltendo l’inevitabile relativo arretrato, e attualmente riesce a fornire ai cittadini un maggior numero di prestazioni ambulatoriali, oltre a mettere a disposizione una rete di servizi territoriali dei quali le “case della salute” sono la principale espressione.
L’innovazione costituisce il punto centrale che ispira l’azione dell’AUSL e sotto questo profilo si stanno raggiungendo significativi obiettivi nell’intento di coordinare i progetti autonomamente attivati da singoli operatori, dando l’avvio a progetti unitari di telemedicina che consentono in molti casi la permanenza del paziente nel luogo di cura più idoneo (molto spesso la casa di abitazione).
Nelle località piccole e remote, inoltre, la telemedicina rende possibile, con indubbio miglioramento della qualità della prestazione offerta, il consulto agevole con specialisti operanti nelle principali sedi ospedaliere.
Il tempo presente e la necessità di sfruttare al meglio le nuove possibilità della tecnologia, specialmente allo scopo di rendere accessibili a tutti e in ogni momento i mezzi che sono oggi a disposizione della collettività, comportano che l’attività medico- sanitaria deve essere il risultato di una azione collettiva e coordinata di professionisti consapevoli di agire all’interno di un sistema complesso nel quale va superata l’idea del medico che lavora da solo.
Sotto questo profilo, oltre alla necessità che i professionisti operino aderendo a reti da loro costituite per ampliare l’offerta temporale e multidisciplinare delle loro prestazioni, l’attuazione dei CAU rappresenta un elemento di novità organizzativa che, dai primi risultati verificati, ha ridotto la pressione sui punti di Pronto Soccorso e ha reso operativi con tempestività molti dei servizi sanitari richiesti dai cittadini.